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Som e Origo – L’origine, un pieno di responsabilità …. anche sociale

Som sarà partner di un evento artistico che si concretizzerà in una mostra a Pescara, dal 22 agosto al 3 ottobre, al Circolo Aternino. La mostra ha un nome evocativo Origo – L’origine.

È un viaggio ambizioso nella storia dell’umanità, che intende far acquisire al visitatore la consapevolezza non solo della preziosità della vita di ognuno noi, ma anche di quanto prezioso sia riflettere sull’origine da cui tutto è nato e da cui tutti siamo nati: ogni essere umano è parte attiva dell’evoluzione che è seguita alla fase dell’origine.

Sarà sicuramente una bella sfida, ma la creatività degli artisti saprà fare una sintesi intelligente che metterà a proprio agio i visitatori. Si tratterà sicuramente di un viaggio nell’universo dell’“essere umano” e, come accade quando si viaggia, ci potranno essere anche dei rischi con i quali, non è escluso, qualcuno si imbatterà, come: il rischio di perdersi, quello di confondersi, quello di distrarsi, quello di non condividere, ecc. A tal proposito, fermiamoci per un attimo a chiederci che cosa è un viaggio? Esso è una preziosa occasione per “diventare”; secondo me si “diventa” se si passa da un rischio a un altro rischio.

I viaggi mi fanno pensare a qualcosa di molto attuale. Mai come in questo periodo abbondano le notizie sui giornali dei viaggi spaziali. Oramai sembra che non sia più una esclusiva degli Stati. Anche ricchi cittadini privati, hanno conquistato la tecnologia per portare l’essere umano nello spazio.

Senza entrare su questioni economiche e geopolitiche che non mi competono, posso provare a chiedervi: ma non è rischioso andare nello spazio? Anche in questo caso la risposta non può che essere affermativa. E, ancora, a cosa serve viaggiare nello spazio? A questa domanda rispondo con altre domande: a cosa serve far nascere bambini? A cosa serve guardare un’alba o un tramonto? A cosa serve sentire un brano di musica? E si potrebbe continuare ancora con altre domande dello stesso tenore.

Se provassimo ad analizzare le tante cose che l’essere umano ama fare, si scoprirebbe che la gran parte di esse sono inutili ma, ciononostante, non possiamo fare a meno di comportarci in certi modi, perché quella inutilità ha in sé una bellezza che ci attrae, che ci riempie, che ci fa sentire parte di un universo, che ci connette con una energia vitale che percepiamo più forte proprio quando dedichiamo del tempo alle “inutilità”.

Viaggiare dunque nello spazio nasconde in sé qualcosa che noi umani forse non riusciamo neppure ad immaginare, in quanto è imparagonabile la nostra finitezza rispetto all’immensità dell’universo: chissà se una scoperta nello spazio non sarà la soluzione per debellare le malattie mortali sulla Terra? Non lo sappiamo, ma certamente sono dell’idea che affrontare un viaggio è un atto di grande umiltà.

Umiltà richiederà anche il viaggio che propone la mostra Origo – L’origine. Gli artisti ci offriranno una chiave di lettura del viaggio, aiutandoci a fare uso della saggezza: essa è un espediente così terrestre che ci fa assaporare la bellezza dell’amore, la bellezza della pace, la bellezza della giustizia, la bellezza della verità, … la bellezza dell’essere umano.

La bellezza a cui si sta facendo cenno ha valore in quanto è un bene comune, o meglio un bene comune di persone umane e, pertanto, implica anche un esercizio di responsabilità.

La responsabilità implica diventare causa di quello che ci accade quotidianamente, o meglio è come dire che abbiamo un compito importante da svolgere verso di noi, ma anche verso gli Altri: dobbiamo responsabilizzarci scegliendo la bellezza della felicità. Chi è responsabile sceglie di essere felice e agisce influenzando i fatti che sta vivendo. Il potente motore che alimenta questa azione di responsabilizzazione è l’insieme dei valori di cui ognuno di noi è dotato.

È evidente che se tutti agissero responsabilmente si riuscirebbe a far affiorare quella bellezza nascosta nell’essere umano, che aspetta solo di essere risvegliata. È questo il senso di Origo – L’origine.

Ma perché Som ha scelto di affiancare un tale evento culturale? Perché anche Som crede nella responsabilizzazione. È proprio quello che stimola nelle imprese del terzo settore, suoi interlocutori principali. La responsabilizzazione è l’unica via praticabile per assaporare anche la bellezza della libertà, quella che si prova quando ci si scrolla di dosso il vittimismo.

Un’azienda che sceglie la via del comportamento responsabile, potrà provare le conseguenze benefiche della libertà a cui si faceva cenno poco sopra, in riferimento a un:

miglioramento dei rapporti con gli stakeholder sia interni all’azienda che esterni;
ricadute positive sul morale del personale, ma anche aumento della produttività dei dipendenti, fidelizzazione del personale, attrazione dei talenti migliori;
vantaggi in termini di promozione del brand;
evidente ritorno economico dovuto a un’attrazione di nuovi clienti e a un aumento delle vendite;
miglioramento della correttezza negoziale con fornitori e partner, con conseguente riduzione dei costi di transazione;
aumento della fiducia da parte della comunità in cui lavora l’impresa responsabile.

Come è evidente c’è più di un motivo che ha convinto Som a credere in un evento come Origo – L’origine. Anche per Som è stato un modo per rispondere causativamente a una richiesta di partecipazione. Sicuramente sarà un’occasione preziosa per cogliere, attraverso l’arte, spunti nuovi per elaborare l’azione di responsabilità e esaltarne i due aspetti che, inscindibilmente, fanno parte di questa parola e cioè: libertà (se non si è liberi e autonomi si tende a essere reattivi e non proattivi) e relazione con l’Altro (attraverso la relazione amplifichiamo la nostra libertà, riconoscendola anche nell’Altro).

Buona mostra, buone azioni responsabili.

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